In hoc signo vinces. Quando si può shottare fuori roll

Eusebio di Cesarea, vescovo e storico del quarto secolo dopo Cristo, racconta nella Vita di Costantino, opera che narra la vita del famoso imperatore romano, che costui ebbe una divina visione. Era l’anno 312 d.C. e Costantino si accingeva a combattere la battaglia decisiva per il trono dell’impero contro il suo rivale Massenzio; lo scontro passò alla storia come la battaglia di Ponte Milvio e vide vincitore, ovviamente Costantino. La sera precedente lo scontro, secondo Eusebio di Cesarea, Costantino vide in cielo una croce di luce verso est e sotto questa croce vi era una scritta in greco, che tradotta in latino recitava in hoc signo vinces, in italiano in questo segno vincerai.

Secondo quanto riportato in alcune delle diverse versioni dell’accaduto, lo stesso imperatore Costantino raccontò che la notte seguente sognò Gesù, il quale gli disse di apporre il suo stemma, ovvero la croce cristiana, sugli scudi dei suoi soldati e che ciò li avrebbe condotti alla vittoria. Così effettivamente fu e l’imperatore Costantino è un personaggio storico le cui gesta abbiamo letto tutti a scuola.

E quindi?

Nonostante la leggenda, che tra l’altro pare non avere particolari riscontri storici, noi siamo in un blog di poker, quindi cosa c’entra Costantino con noi? Ottima domanda.

Il punto su cui voglio soffermarmi è: dando per buono il segno divino ricevuto dall’imperatore romano poco prima della battaglia decisiva per la sua ascesa al potere (storia tra l’altro narrata solo alla fine degli eventi, quando ormai si sapeva com’erano andati a finire), quanto possono avere inciso sul corso degli eventi le decisioni e le azioni di Costantino?

Salvo che non si voglia credere ai poteri sovrannaturali di una visione celeste, ciò su cui aveva potere decisionale chi comandava l’esercito, erano proprio i movimenti e le strategie dei soldati, i quali furono coloro che fisicamente vinsero la battaglia armi in pugno; ciò di cui invece narra Eusebio di Cesarea, potrebbe aver influito sulla buona sorte, la quale, per definizione, è completamente fuori dal controllo degli uomini.

In hoc signo vinces a poker?

Nel mondo del poker ci sono fattori che sono effettivamente sotto il nostro totale controllo, così come ce ne sono altri su cui non abbiamo alcun potere.

Ciò che possiamo controllare sono senza dubbio la qualità ed efficacia delle nostre strategie, frutto del nostro lavoro e studio per applicarle al meglio durante il gioco. Un altro aspetto del gioco che possiamo controllare è il nostro mindset, in quanto dovremo essere noi in prima persona a lavorarci per saper far fronte alle situazioni più complicate e stressanti, che prima o poi toccano a qualunque giocatore.

L’aspetto del gioco su cui non abbiamo potere è la parte aleatoria, ovvero la fortuna, la varianza o qualunque altro nome vogliamo darle. La fortuna nel gioco è paragonabile alla benedizione divina che Costantino, a posteriori, racconta di aver ricevuto; anche noi dopo aver vinto un torneo potremmo ripensare alle ore precedenti e notare un qualunque evento che potrebbe essere stato un segnale che le cose stavano per girare bene. Tutt’altra cosa sarebbe, dando sempre per buono che una volta notato un qualche tipo di segnale, esso poi abbia davvero un impatto sulla nostra fortuna, saperlo riconoscere prima che gli aventi accadano, in modo da poterli sfruttare al meglio.

Se sapeste che state iniziando una sessione particolarmente fortunata non vorreste giocare gli stakes più alti possibili per poter massimizzare le vostre vincite? Con un bankroll di 1000€ perché perdere tempo a giocare il NL50 avendo 20 stack in cassa e non andare a shottare il NL1000 con un solo stack, quando si sa che si vincerà sicuramente?

Ovviamente, se lo potessimo sapere prima, sarebbe certamente corretto massimizzare i guadagni giocando il livello più alto possibile, così come se sapessimo che una partita di calcio è truccata, vorremmo scommettere più soldi possibili sul risultato che sicuramente uscirà (dando per buono che la partita sia truccata bene).

Conclusioni

Il problema del mondo reale è che, a quanto ne sappia io, ad oggi non è ancora stato scoperto il modo di predire il futuro, né tantomeno il modo di tornare di qualche giorno nel passato per poter giocare i numeri del superenalotto che sappiamo essere estratti. Per questo motivo, una saggia e oculata gestione del bankroll è sempre la scelta migliore, lasciando giocare gli stakes per i quali non siamo rollati, a chi il bankroll necessario ce l’ha, o a chi ritiene di aver avuto i segnali premonitori giusti.

Per questo leggendario articolo è tutto, spero che la storia scelta sia servita a rappresentare bene il ragionamento. Grazie della lettura, se vi è piaciuta condividetela e discutetene con gli amici e, se non l’avete ancora fatto, non scordate di richiedere la nostra guida PDF gratuita “Farai del poker il tuo lavoro? Come diventare giocatori vincenti” cliccando QUI. Se siete interessati al nostro materiale didattico, potete trovarlo nella sezione SHOP, infine non dimenticate di seguirci anche sui social. Alla prossima!

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