
La parte più difficile dell’automiglioramento è sbarazzarsi dei pregiudizi che provengono dalla società, dalla scuola e dall’ambiente in cui siamo cresciuti. Fin dall’infanzia riceviamo un riscontro immediato per i nostri sforzi sotto forma di ricompensa o punizione: i voti valutano come qualcuno ha portato a termine un compito, ma non considerano né il contesto -inteso come retroterra di provenienza-, né se il soggetto stia semplicemente sfruttando il sistema o abbia realmente interiorizzato la lezione.
Questo porta le persone a sviluppare una mentalità orientata al risultato e a perdere di vista la vera crescita personale; più nello specifico, ci concentriamo su “ciò che funziona” (pensiero lineare) e non sul processo stesso (pensiero circolare).
Il pensiero circolare parte dai nostri pregiudizi -ciò che già sappiamo e che funziona come paradigma mentale per giudicare nuovi input- e li sfida non appena riceviamo nuove informazioni verificate; tutto ciò porta ad un cambio di paradigma e alla formazione di un nuovo, più ampio, orizzonte di pensiero.
Per migliorare sé stessi dobbiamo rimodellarlo costantemente e guardare indietro a ciò che abbiamo pensato, detto e fatto da un livello più alto di contesto e senza giudicare.
Una prospettiva che si focalizza sul percorso e non sui risultati
L’auto-miglioramento è difficile perché richiede molto lavoro per costruire abitudini positive in assenza di feedback immediato; in un certo senso è una sorta di atto di fede (o salto nel vuoto) perché stiamo dedicando il nostro tempo e le nostre energie a qualcosa che potrebbe anche non funzionare affatto e, anche se abbiamo letto storie motivazionali o le abbiamo ascoltate da amici, il bias di conferma andrà ad innescare una risposta scettica a causa della mancanza di riscontri immediati.
L’auto-miglioramento richiede una concezione completamente nuova dell’apprendimento e un diverso quadro mentale. Ci avviciniamo all’apprendimento come un processo e accettiamo gli errori come parte del nostro viaggio verso il nostro sé migliore possibile, senza provare rimpianti. Sviluppiamo un senso di gratitudine e ci sentiamo orgogliosi per i nostri risultati; è estremamente importante essere autocritici e consapevoli di sé, ma questo non dovrebbe portare ad atteggiamenti autolesionistici.
Conclusioni
Questo approccio funziona sia nella vita personale, che in ambito professionale, e amplia il nostro orizzonte di pensiero. È l’essere in grado di riconoscere le armonie nella musica che ascoltiamo; è il poter assaporare ogni sfumatura diversa in un bicchiere di vino; è l’essere consapevoli delle idee alla base di eventi grandi e piccoli.
Si possono ottenere buoni risultati in diversi ambiti prendendo delle scorciatoie, ma l’unico modo per migliorare come essere umani è abbracciare la complessità e contemplare i diversi colori dello spettro.
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