
Lo so, scrivendo un articolo con un titolo provocatorio rischio contemporaneamente di essere accusato di click bait e di voler creare flames; il mio intento però, è solamente quello di fare un riflessione costruttiva, proverò pertanto ad adottare un approccio il più pacato e chiaro possibile, così da evitare fraintendimenti.
Il poker texas holdem vecchio stile, quello giocato prima dell’avvento dell’era del poker online, era popolato sia da professionisti che amatori, così com’è al giorno d’oggi, con una sottile ma importante differenza: queste due categorie di giocatori erano in una sorta di simbiosi tra loro. I giocatori amatoriali, per definizione, giocano per divertimento e il divertimento si paga, chi più e chi meno a seconda delle proprie tasche, così come si paga la quota per affittare il campo di calcetto per un pomeriggio con gli amici. I professionisti dal canto loro, giocano per vincere soldi ai giocatori meno preparati e, nell’era ‘pre-online’ il tipico professionista era un giocatore con molta esperienza e molti anni passati a frequentare le partite disponibili nei vari casinò; le skills necessarie erano meno tecnico-matematiche rispetto ai giorni nostri, ma richiedevano una spiccata propensione, oltre che al riconoscimento di tells ed espressioni facciali, anche alla socialità ed intrattenimento degli avversari amatoriali a cui dovevano vincere i soldi facendoli divertire. Un regular tipico di quei tempi era quindi un giocatore in grado di intrattenere i giocatori a cui stava vincendo i soldi, facendo in modo che essi fossero contenti di perderli contro di lui e che volessero tornare il giorno successivo per rifarlo.
Cos'è cambiato da allora?
Negli ultimi 10-15 anni, il gioco è cambiato radicalmente ed è diventato molto più matematico e competitivo con il progressivo miglioramento dei giocatori di tutto il mondo; questa evoluzione del gioco ha fatto sì che anche il profilo del regular medio cambiasse a sua volta. Prima del 2005 circa, non si vedevano praticamente mai ai tavoli importanti carovane di ragazzini poco più che diciottenni, con cuffie ed occhiali da sole, che non parlavano con nessuno al tavolo, sempre concentrati e che vincevano costantemente grosse somme. L’aria è cambiata da quando il field medio si è popolato dai regular di seconda generazione, provenienti dall’online, molto giovani, assetati di competizione e di soldi, e a cui non interessava minimamente intrattenere i fish a cui prendevano soldi, men che meno interessva loro che si divertissero. Da un certo punto di vista il giochino era diventato un po’ più cinico, una sorta di catena alimentare in cui gli squali mangiavano inesorabilmente i pesci più piccoli, come gli schicciasassi che avanzano spianando tutto ciò che trova sul proprio cammino. Non fraintendetemi, anch’io sono di quella generazione di regular e non ho quindi nulla in contrario a questo tipo di evoluzione; come ogni cosa che cambnia e si rinnova, ha i suoi pro e i suoi contro e ad alcuni piaceva di più com’era prima, mentre ad altri no, legittimamente.
Ad oggi siamo arrivati ai regular di terza generazione, i ventenni di adesso per intenderci, che hanno iniziato a giocare nell’era dei solver e di tutti i software ad oggi disponibili, cresciuti quindi a pane e GTO, hanno caratteristiche ancora diverse dai giocatori online di qualche anno fa. Non è questo però l’argomento di oggi, quindi eviteremo di soffermarci troppo sulla questione.
Cosa non va nelle dinamiche del gioco?
Veniamo ora al nocciolo del discorso di questo articolo: che problemi ha il gioco di oggi? Come dicevo, io stesso sono un giocatore classe ’88 che ha iniziato dall’online e che di diventare come i giocatori live vecchio stampo non si è mai interessato, anzi. Ciò che pero’ non va mai dimenticato è che l’ecosistema del poker è fatto ancora da giocatori professionisti i quali ‘stipendi’ vengono finanziati interamente dalle perdite dei giocatori amatoriali; per questo motivo è interesse di qualsiasi professionista far sì che i cosidetti fish continuino a giocare e a foraggiare l’ecosistema.
Per i motivi detti, la cosa peggiore che un regular possa mai fare ai tavoli è quella di rovinare l’esperienza di gioco di chi gioca per divertimento, facendolo sentire truffato in qualche modo, o umiliandolo, o tenendo comportamente al limite del regolamento che risulatano quantomeno antisportivi, per quanto secondo regolamento leciti. Anche il trash talking al tavolo, se fatto in maniera estremizzata con un giocatore inesperto, magari anche leggermente ingenuo nella credenza della sincerità dell’avversario, può rivelarsi un’arma poco sportiva, spesso di cattivo gusto, che alla fine ha il solo effetto di far sentire sotto fregatura il povero avversario, il quale non tornerà più a giocare ai tavoli verdi. Questo tipo di comportamente ha quindi lo stesso effetto di una visione aziendale miope sul lungo periodo, volta a massimizzare il profitto nel breve termine senza porsi alcun problema etico (o in ambito pokeristico, di lealtà sportiva), ma che nel lungo periodo porterà solo svantaggi economici.
Intendiamoci, riuscire a prendere i maggiori vantaggi possibili ai tavoli, tramite i mezzi permessi dal regolamento, va benissimo, così come va bene confondere un po’ i pensieri dell’avversario parlando con lui o usando la chat. Ciò che davvero non ha senso né utilità per nessuno è usare questi mezzi per ‘trollare’ e far sentire spaesati gli avversari senza motivo; ad esempio, a volte capita che i server di pokerstars abbiano degli intoppi durante i tornei e che tutto si blocchi. Tale situazione agli occhi di un giocatore esperto non crea nessun problema, sa bene che basta aspettare e vedere se il torneo riparte o se viene cancellato e suddiviso il montepremi tra tutti i concorrenti in gioco; agli occhi di un principiante non è affatto così e si vede molto spesso qualcuno chiedere in chat “che succede??”. Questo è un tipico caso in cui si ha l’opportunità di scegliere tra aiutare il giocatore dicendo semplicemente che non c’è nessun problema e basta aspettare, oppure iniziare a trollare in chat scrivendo fantasie varie mandando in panico il giocatore in questione che penserà di essere stato fregato del sito e che perderà i suoi soldi, con il risultato che probabilmente la sua fiducia nella regolarità del gioco verrà minata.
Ci sono mille altre situazioni in cui si ha una situazione analoga in cui si ha l’opportunità di aiutare un avversario che chiede informazioni utili, ma nelle quali si potrrebbe anche inventarsi qualche situazione paradossale da ‘screenare’ poi agli amici per farsi due risate. Le risate sono mediamente una buona cosa, ma rovinare l’esperienza di gioco ai principianti e minare la loro fiducia nella regolarità del gioco e del divertimento che ne possono ricavare, non porta benefici proprio a nessuno.
Conclusioni
Vorrei evitare una inutile predica natalizia ad essere più buoni con il prossimo, il poker è un gioco competitivo e siamo tutti qua per cercare di vincere soldi; il mio messaggio vuole essere molto semplice: mantenendo un certo tipo di comportamento sportivo nei confronti di tutti, specialmente nei confronti dei giocatori a cui si vincono più soldi, si fanno anche i propri interessi economici sul lungo termine, aumentando le probabilità che il gioco vada avanti ancora per molti anni, garantendoci così guadagni continui nel tempo. In fin dei conti, in qualità di giocatori di poker professionisti, non siamo certo la categoria di persone che salveranno il mondo o che scopriranno la cura per il cancro e la soluzione definitiva al riscaldamento globale, ma fare il proprio mestiere con sportività, beh, dovrebbe essere il minimo sindacale. E in fondo non è neanche così complicato. Fare soldi grazie ad una sana competivione, sportiva o in un qualsiasi ambito business, è diverso ed è sempre migliore rispetto a fare soldi alle spalle degli altri grazie a sotterfugi o a comportamenti discutibili. Ovviamente non intendo infilarmi a discutere di filosofia o di etica, mi limito come sempre a fornire uno spunto di riflessione per chi ha piacere a leggere i nostri articoli.
Per questo controverso quanto rischiosamente paternalistico articolo è tutto; non mi resta quindi che ringraziarvi per essere giunti fino in fondo e se vi è piaciuto continuate a seguirci per rimanere sempre aggiornati sul nostro lavoro. Se vi fa piacere potete lasciare un commento sui social o inviarci messaggi in privato per farci sapere cosa ne pensate e se siete d’accordo con i nostri punti di vista. Come sempre, una sana discussione anche con persone che non la pensano esattamente come noi, può portare spunti di riflessione interessanti.
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