I giocatori amatoriali dovrebbero giocare solo per il primo posto? Scopriamolo

Benvenuti in un nuovo articolo del blog, oggi parliamo di winrate e di valore atteso, ma da un punto di vista molto poco trattato, ovvero quello dei giocatori amatoriali e, di conseguenza, mediamente perdenti. Quando si legge di articoli tecnici di questo tipo, in cui vengono sviscerati argomenti di pianificazione del gioco con basi matematiche, anche se spesso (giustamente) molto semplificate, viene dato per scontato di parlare ad un pubblico di giocatori vincenti. Bene, oggi voglio provare a ribaltare questa situazione e provare a vedere la questione da un punto di vista diametralmente opposto.

Diversi anni fa iniziò a circolare sui vari forum e discussioni varie tra regular, quella che divenne poi famosa come la ‘strategia small ball’, figlia del famoso Daniel Negreanu. Questa strategia, semplificandola all’osso, consiste nel puntare molto sul pot control preflop e vedere quanti più flop possibili, cercando poi di massimizzare i profitti postflop. In questo modo è stato possibile per diversi anni avere dei buoni guadagni a bassa varianza e massimizzando il numero e l’entità dei pot in cui si poteva far valere il proprio edge sugli avversari. Questa strategia era sicuramente valida per diversi motivi, specialmente in quel periodo in cui i field di tutto il mondo pullulavano di fish; ad oggi invece, si ritiene comunemente più profittevole un approccio tendente alla GTO, tanto più vicino ad essa quanto più preparati sono gli avversari con cui ci si trova a battagliare.

Proviamo ora a metterci dall’altra parte del tavolo, nei panni di quegli avversari contro i quali riteniamo di avere un vantaggio: da questo lato potremmo osservare come i vari giocatori professionisti facciano a gara per giocarsi il maggior numero di pot possibili e cercando di tenere spesso sotto controllo la dimensione del piatto, prima di essere sicuri di avere una buona opportunità di prendere valore.

Quale sarebbe la prima cosa che dovremmo fare come contromisura per ridurre al minimo le perdite contro un giocatore più forte? Semplice: fare l’esatto opposto. Se il nostro avversario ha un vantaggio su di noi e proverà in tutti i modi a giocare più pot possibili e a varianza contenuta, dovremmo cercare in tutti i modi di ridurre gli spot che potrà giocarsi e con varianza più alta possibile.

L'altra faccia della varianza

Quando si parla di varianza, comunemente le si dà un’accezione negativa, in quanto viene sempre vista dal punto di vista dei giocatori vincenti, i quali tutto vogliono tranne essere in balia della fortuna. Quando ci mettiamo dall’altro lato del tavolo, la faccenda diventa diametralmente opposta, ovvero se abbiamo un rendimento atteso negativo, più alta è la varianza e più alte saranno le probabilità di risultare vincenti, anche per periodi non brevi. Così come capita di vedere regular vincenti risulatare perdenti per periodi prolungati causa varianza, grazie ad essa i giocatori amatoriali potrebbero risultare vincenti per periodi altrettanto non brevi. Per periodo non breve, dato il ridotto volume di gioco che solitamente caratterizza i giocatori amatoriali, può anche voler dire che alcuni di essi risultino vincenti nell’arco della propria vita pokeristica.

Date le considerazioni fatte, potremmo affermare che un giocatore occasionale che si trovasse a dover giocare, per esempio, un heads-up finale di un MTT contro un regular bravo, dovrebbe cercare di alzare di molto la varianza, riducendo così, per quanto possibile, l’edge che l’avversario potrà prendere. Quindi avere degli open raise x4 o anche x6 (a seconda degli stack in gioco), o degli open push 30x potrebbero essere delle contromosse sensate e, con un po’ di fortuna, poter portare a casa una vittoria contro il favore dei pronostici. D’altro canto, giocare molti pot piccoli post flop a bassa varianza, avrebbero molto più probabilmente il risultato di portare piano piano ad un’inevitabile finale in cui il giocatore più forte vince. Lo stesso concetto vale per l’approccio generale ad una qualsiasi partita in modalità torneo, nella quale le probabilità di vittoria saranno tanto più elevate quanto più elevata sarà la varianza intrinseca del gioco; pertanto un gioco particolarmente aggressivo, puntando ai primi posti e non all’arrivare ITM, tralasciando quindi totalmente l’ICM, potrebbe essere l’arma migliore per un giocatore occasionale, di divertirsi e di togliersi qualche bella soddisfazione in questo gioco caratterizzato da una particolare commistione tra skill e aleatorietà.

Per questo articolo, con un spunto di riflessione un po’ atipico, è tutto; non mi resta quindi che ringraziarvi per essere giunti fino in fondo e se vi è piaciuto continuate a seguirci per rimanere sempre aggiornati sul nostro lavoro.
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