
La diffusione dell’informazione e dell’intrattenimento unita alla facile accessibilità ha contribuito all’affermazione di una risposta passiva e acritica nei confronti degli eventi. Senza neanche effettuare ricerche mirate siamo bombardati da informazioni decontestualizzate di qualsiasi tipo; leggerle, più che essere fonte di arricchimento, diventa simile a raccogliere alcuni tasselli di un puzzle, del quale non si conosce né l’immagine di riferimento, né il numero complessivo dei pezzi.
Leggere e ascoltare sono attività fondamentali per l’apprendimento; esse consentono di acquisire una notevole quantità di nuovi concetti, idee e informazioni e ci permettono di entrare in contatto con prospettive provenienti da background socio-culturali differenti. Nonostante offrano un’opportunità di arricchimento personale, esse non vanno assolutizzate. Ogni testo (sia scritto che parlato) va analizzato e discusso, va contestualizzato e rielaborato in relazione alle nostre conoscenze, in modo da poter essere inserito in un discorso ad ampio raggio e non restare pura nozione -facilmente dimenticabile- o informazione, unendosi al cacofonico coro di voci causato dalla saturazione della comunicazione dell’era social.
Uno degli effetti del bombardamento di informazioni al quale siamo sottoposti è proprio quello di svilire i contenuti e di metterli sullo stesso piano di altri basati su logiche differenti, unicamente perché diffusi attraverso la stessa piattaforma; la lettura o l’ascolto che ne consegue è distratta, passiva. Inoltre, è molto semplice spendere interi pomeriggi a guardare video o a leggere libri, solo perché è più semplice di agire attivamente, in quanto non è necessaria la nostra partecipazione, né siamo posti di fronte a problemi da risolvere. Questo approccio non solo non aiuta l’apprendimento, rischia addirittura di essere deleterio. È fondamentale discutere attivamente ciò che stiamo ascoltando o leggendo, prendere delle note e cercare di implementare i concetti in modo che possano tornarci utile. Ci sono casi paradossali di individui che pensano di poter diventare produttivi unicamente leggendo libri per migliorare la propria produttività; i libri possono indicare un punto di partenza, o dei consigli che sono stati utili per l’autore, ma sono solo un piccolissimo passo: è necessario agire attivamente, apprendere in modo attivo.
Il ruolo della scrittura
La scrittura ha una funzione complementare alla lettura e all’ascolto, aiuta a rielaborare le idee e ad organizzare piani d’azione. Se il nostro obiettivo è migliorare la nostra produttività dobbiamo agire in primo luogo su ciò che ci distrae e limitare i comportamenti compulsivi, siano essi la visione di serie TV o i videogame o anche la lettura scriteriata. Anziché utilizzare dei divieti è necessario rimpiazzare il nostro tempo libero con degli hobby produttivi o apprendendo nuove competenze che potrebbero rivelarsi utili in futuro (una nuova lingua straniera, uno strumento musicale, un linguaggio di programmazione). I divieti non sono efficaci poiché le attività che ci portano via tempo hanno per noi un significato, che non possiamo rimpiazzare automaticamente, e, se non troviamo un qualcosa che abbia valore per noi, rischiamo di sostituirle con attività simili o di incappare in fastidiose ricadute. Le possibilità sono infinite e, grazie ad Internet, sono estremamente accessibili; dobbiamo solo dedicare del tempo di qualità e sentiremo i benefici dopo un breve periodo.