La GTO è come la meccanica quantistica

“Credo di poter affermare con certezza che nessuno comprende davvero la meccanica quantistica”. Così affermava Richard Feynman, scienziato statunitense premio Nobel per la fisica del 1965. Oggi nel 2020 possiamo dire più o meno la stessa cosa riguardo la GTO.

La meccanica quantistica e la GTO hanno sicuramente in comune il fatto di essere molto complesse e a volte controintuitive per il cervello umano, anche per i più esperti e con una matematica davvero avanzata. Per quanto riguarda la GTO in realtà la matematica alla base non è poi così complessa, dato che è il semplice frutto dell’equilibrio di Nash e più in generale della teoria dei giochi applicata ad un qualsiasi gioco a somma zero, come appunto il poker. In una partita ipotetica in cui si affrontano un qualsiasi numero di giocatori che applicano una strategia GTO perfetta, tutti i giocatori (al netto della rake), finiranno nel lungo periodo ad avere risultati esattamente breakeven, ovvero nessun giocatore avrà l’opportunità di avere un qualsiasi edge su nessun avversario.

Giocare una GTO perfetta è la soluzione migliore?

No. O meglio dipende. In un mondo virtuale in cui stiamo giocando in un tavolo in cui tutti i nostri avversari giocano una strategia ottimale perfetta, allora la miglior controstrategia che potremo adottare sarà proprio una perfetta GTO. A questo punto sorgono però due grossi problemi:
– Nel mondo reale i nostri avversari non giocano una strategia neanche lontanamente approssimabile alla perfetta GTO in quanto esseri umani
– Anche noi, volendo provare e studiare non potremo mai essere in grado di giocare una GTO perfetta in quanto esseri umani.

Un esempio pratico

Per rendere meglio l’idea di quanto detto vi porto un esempio di cosa voglia dire essere in grado di giocare una strategia ottimale perfetta; per farlo prendo uno spot a caso, visto che non ci interessa nello specifico quello che il solver in questione ci dice, ma il come.

Prendiamo uno spot da BB in cui dobbiamo affrontare un raise, dato quindi esattamente il range (che non possiamo sapere esattamente con certezza visto che possiamo solo stimare e quindi approssimare il range avversario), e data la size sappiamo che da GTO dobbiamo difendere questo range:

range di flat da BB vs open

Già dal preflop possiamo subito intuire che sarà pressoché impossibile imparare che 54s vada callata solo il 64.2% delle volte, mentre 96s 80.8% e 74s il 99.1%. Già dal primo step capiamo che dovremo necessariamente fare degli arrotondamenti; ma andiamo avanti, arriviamo al flop che recita 9 8 3 con un flushdraw a picche e affrontiamo una cbet di 2/3 pot, dopo aver checkato.

difesa vs cbet 66% pot

Qui le cose iniziano a complicarsi ulteriormente, dovremo sapere che Q9o andrà giocata in raise il 19.5% delle volte, mentre le rimanenti saranno dei call; questo è però una frequenza della totalità delle combo di Q9o che non vanno giocate tutte allo stesso modo; infatti le combo con la Q di picche avranno una frequenza di raise più alta delle altre, le quali andranno quindi giocate più spesso in call. Poi cè da fare lo stesso discorso per tutte le altre combo che compongono il nostro range.

Una volta fatto questo passo dovremo farlo per tutte le altre linee che terrà il nostro avversario, per esempio una bet più piccola, o più grossa, sapendo anche che se lui aggiunge un’ulteriore opzione di size nella sua strategia, il suo range che compone ogni sua cbet cambia e quindi cambierà di conseguenza la nostra strategia con cui affrontare le sue bet.

A questo punto arriva il turn. Al turn dobbiamo sapere come giocare ogni singola combo su ogni singolo turn possibile dopo ogni singola action possibile accaduta al flop.

In ultimo arriva il river, che funziona allo stesso modo del turn e che aggiunge una miriade di possibilità in più ad ogni possibile strada che la mano poteva aver preso tra flop e turn.

Alla fine della mano ci siamo resi conto già che tutto ciò non è alla portata del cervello umano perché le variabili in gioco sono davvero troppe, ma questa era ancora la parte facile! La vera parte difficile è che il discorso fatto nel nostro esempio va fatto su tutti i 1755 flop possibili strategicamente diversi e di tutti i possibili spot, range avversari, stack size, situazioni di ICM, ecc.

La GTO nel mondo reale è utilizzabile?

La risposta in breve è: Sì, ma a certe condizioni.

Se vogliamo cercare di avere un approccio “GTO based”, cioè quindi creare delle strategie con basi matematiche solide alle spalle, dobbiamo per forza di cose trovare dei compromessi che le rendano:
– creabile
– studiabile
– applicabile

Il primo step è il più facile, in quanto per creare delle strategie con un certo grado di accuratezza esistono diversi solver; dovremo solamente imparare ad usarli bene, ma da quello che si vede in giro probabilmente anche questo primo punto non è di comune comprensione.

Il secondo e il terzo invece sono quelli cruciali, perché impongono di dover creare delle strategie subottimali semplificate sia nella scelta delle size sia nella scelta tra strategie pure piuttosto che a frequenze mixate, ma che non vadano a sacrificare troppa EV rispetto al punto di partenza teorico ottimale. Queste strategie avranno quindi due caratteristiche che le differenziano dalla GTO pura:

– EV più bassa
– livello di complessità più basso

Il compromesso nel mondo reale

Le due caratteristiche sopra citate delle strategie subottimali portano inevitabilemte ad una sola conclusione, ovvero che queste strategie sono attuabili con una certa approsimazione nei tavoli reali e l’obiettivo è trovare il giusto compromesso tra livello di complessità della strategia (ovvero numero di errori che andremo a commettere in game), e sacrificio di EV rispetto alla più complicata strategia ottimale teorica.

Per rendere meglio l’idea facciamo un esempio numerico teorico: prendiamo per esempio una strategia GTO che ha EV 100 (numero teorico che ci serve per rendere comprensibili i calcoli), a cui dovremo togliere per esempio 25 a causa degli errori che andremo inevitabilmente a commettere data l’alta complessità della strategia. L’EV reale di questa strategia GTO sarà pertanto 100 – 25 = 75. All’opposto potremmo avere una strategia super semplice che prevede di giocare in bet ATC tutte le street di tutti gli spot con tutte le nostro combo; questa strategia avrà un’EV bassissima, per esempio 5. A questi 5 però non dovremo sottrarre nulla dato che sarà praticamente impossibile sbagliare, basta cliccare sempre il tasto BET. Questa strategia avrà quindi un’EV di 5. Nel mezzo ci stanno gli infiniti compromessi e il nostro obiettivo è trovare una strategia con EV reale maggiore di 75, nonostante l’EV teorica sia sicuramente minore di 100 (la GTO ha sempre l’EV teorica massima possibile). Dovremo quindi cercare una strategia che ha un’EV per esempio di 85 a cui dobbiamo togliere solo 5 causati dagli errori molto più rari data la semplicità della nostra strategia, avendo così un’EV reale di 80, che risulta quindi maggiore della GTO.

Un tipico esempio di strategie semplificate è uno spot in cui andiamo ad effettuare una cbet in posizione al flop con tutto il range e con size piccola su quei board che ci avvantaggiano maggiormente, senza così dover perdere tempo ad usare doppia size a frequenze mixate per prendere un piccolissimo vantaggio in più con il top del nostro range. Inoltre questa opzione richiede bilanciamenti con altre porzioni di range e creazioni di linee alternative all’interno della mano che andranno a complicare tantissimo lo studio e l’applicazione in uno spot che potrebbe essere giocato in maniera molto più semplice e immediata, rinunciando a porzioni davvero piccole della nostra EV.

Conclusioni

L’articolo è stato abbastanza lungo ed è ora di tirare un po’ le somme di quanto detto. La GTO dovrà sempre essere il punto di riferimento e il punto di partenza per la costruzione di tutte le nostre strategie, in qualsiasi disciplina o formato che andremo a giocare e in qualsiasi field. L’errore di voler cercare di imitare i solver però è tanto comune quanto grave e non ci porterà mai a nulla di concreto purtroppo e dobbiamo tenere sempre a mente che, come diceva un mio vecchio coach: “da quando esistono i solver la gente ha smesso di ragionare”.

In queste brevi conclusioni è riassunta gran parte del nostro approccio alla formazione che offriamo ai nostri players su questo sito, in primo luogo con i corsi didattici che trovate nella sezione ‘video didattici’ che trovate QUI e in secondo luogo con i coaching privati con i due autori dei corsi,  ovvero il sottoscritto (Francesco ‘gamblerkid88’ Sardu) e Francesco ‘m4rp10n3’ Lacriola. Per rimanere in tema stettamente collegato a questo articolo vi ricordo che una tipologia di coaching che offriamo è proprio insegnare a creare strategie adatte al mondo reale andando ad utilizzare in maniera intelligente i vari software che abbiamo a disposizione; processo valido per qualsiasi disciplina e field voi dobbiate affrontare. Per qualsiasi informazione riguardi ai nostri corsi e coaching contattateci tramite i vari moduli di contatto che trovate all’interno del sito o sulle nostre pagine social.

Bene, dopo questo breve momento marketing possiamo dichiarare concluso l’articolo di oggi, se siete riusciti ad arrivare fino in fondo vi ringrazio della lettura e se vi è piaciuta continuate a seguirci anche sui nostri canali FaceBook, Instagram e YouTube per rimanere sempre aggiornati sul nostro lavoro.
A presto. Ciao!

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