Il poker è per tutti uno skill game?

Benvenuti in un nuovo articolo del blog, oggi parliamo un po’ di skill e di varianza e vediamo di fare chiarezza su alcuni argomenti che vengono tirati spesso in ballo tra amici quando parte la classica discussione animata che nasce dalla fatidica domanda: quanto conta la skill e quanto conta la fortuna?

Se avete mai avuto la sciagurata idea di avventurarvi in questo tipo di conversazione con amici e conoscenti, reg e non, probabilmente vi siete accorti che il rischio finisca tutto a mani in faccia e brutte maniere è moderatamente elevato; vi sarete inoltre resi conto che alla fine chi parte con una opinione ben definita rimarrà sulla sua posizione a prescindere dal proseguo della conversazione, il che la rende anche abbastanza inutile.

Solitamente ci sono 3 tipi di persone:
– Il miracolato: non ha mai perso un flip importante in vita sua e sostiene che sia minimo 80% skill e massimo 20% fortuna
– Il badrunner: ha delle buone skill ma sta sotto ev di un miliardo e odia il miracolato; ritiene 80% fortuna e 20% skill
– il fish: non sa le regole, non ha mai fatto un ITM e pensa di essere forte ma sfortunato; ritiene ovviamente sia 100% fortuna.

Ora che abbiamo fatto una veloce panoramica vediamo di analizzare l’argomento, cercando di essere il più obiettivi e razionali possibile. La risposta esatta alla domanda iniziale di questo articolo è: DIPENDE.

Purtroppo sì, dipende. La faccenda è molto più complessa di come appare a prima vista e dipende da molti fattori: dipende da cosa intende ciascuno per skill e fortuna, da cosa intende come probabilità accettabile che un tale scenario si verifichi, dalla varianza intrinseca della disciplina che si gioca, dal volume di gioco totale e dal winrate di ogni giocatore. Ora vi riporto qualche esempio di possibile varianza con un variance simulator con diverse impostazioni, così da poter poi fare alcune vautazioni.

Scenario cash game

Primo scenario: giocatore cash game 6max, con una std dev di 100 bb/100, cioè nella media e un winrate di 0 bb/100, ovvero un giocatore che alla lunga dovrebbe giocare, divertirsi e passare il tempo e mantenere esattamente gli stessi soldi che aveva all’inizio della carriera pokeristica. Nel primo caso ipotizziamo un giocatore che gioca nei ritagli di tempo e che fa solamente 50k mani, mentre il secondo è un giocatore uguale al primo ma che gioca in maniera più assidua e macina ben 500k mani.

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La prima cosa che salta all’occhio dai grafici è che la differenza di risultato tra il migliore e il peggiore scenario della simulazione è davvero molto ampia, mentre l’ev è sempre 0. Notiamo anche che all’aumentare del volume di gioco la differenza in termini monetari aumenta, ma diminuisce in termini di bb/100.

In questi grafici il fattore skill è quello che determina l’ev dei due giocatori (0 bb/100), quindi un giocatore mediocre che sa le regole a sufficienza da non perdere soldi, ma non è in grado di avere un vantaggio sufficiente nei confronti dei suoi avversari che gli permetta di fare del profit. Il fattore fortuna invece è quello che determina la differenza di risultati tra le varie simulazioni all’interno dei due grafici, le quali come detto hanno tutte la stessa ev.

Scenario MTT

Secondo scenario: giocatore MTT da 100$ di buy-in e con una rake standard di 10$, un filed da 1000 iscritti il 15% dei quali vanno a premi. Questa volta abbiamo un giocatore che alla lunga dovrebbe avere un ROI del 25%, ovvero per ogni torneo giocato dovrebbe avere un profitto di 25$. Nel primo caso ipotizziamo un giocatore che o gioca online nei ritagli di tempo, oppure più semplicemente gioca live e che fa solamente 200 tornei, mentre il secondo è un giocatore con profitto medio atteso uguale al primo ma che gioca in maniera più assidua e macina ben 10k tornei.

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Anche in questo caso la differenza tra il migliore e il peggiore scenario in entrambi i casi è davvero molto marcata, nel primo caso in cui il nostro giocatore fa solo 200 tornei ha addirittura il 39% di probabilità di risultare perdente nonostante il suo guadagno atteso sia di ben 25$ per ogni torneo giocato. Al secondo giocatore invece va un po’ meglio, nel peggiore dei casi sarà circa breakeven, dato che solo 1 simulazione su 1000 risulta perdente ed ha perciò una buona certezza di portare a casa un profitto, piccolo o grande che sia.

Come detto nello scenario cash game il ROI è dato dalla skill e determina quindi un guadagno atteso di 25$ per ogni torneo giocato, mentre la varianza o fortuna è ciò che determina la differenza di performace tra le varie simulazioni, le quali ricordiamo hanno la stessa ev.

Conclusioni

Da queste simulazioni che possiamo facilmente trarre due conclusioni:

– La skill è il fattore primario che massimizza le nostre chance di vittoria
– La fortuna incide tanto più quanto il volume di gioco è ridotto

Tornando alla domanda iniziale, abbiamo visto come skill e fortuna siano due fattori che fanno parte della natura del gioco e che hanno entrambe un ruolo fondmanetale nella carriera di qualunque giocatore, sia esso un regular professionista o un amatore. Dobbiamo però prendere atto che a prescindere dalla skill di un giocatore, dalla più grande balena al più forte dei reg, fintanto che il volume di gioco è molto basso il gioco del poker si avvicina al gambling classico da casinò, visto che la varianza sarà ordini di grandezza sopra il fattore skill. Quando però il volume di gioco cresce la skill inizia ad assumere un ruolo davvero centrale soppiantando la fortuna senza però mai eliminarla del tutto.

Infine vorrei lasciarvi con un pensiero personale: la fortuna è allo stesso tempo il bello e il brutto di questo gioco; il brutto perché a quanto pare il poker è uno skill game che non sarà mai al 100% meritocratico, ma allo stesso tempo lascia quella componente di incertezza che regala da sempre grandi emozioni ai giocatori e agli spettatori; proprio come una partita di calcio in cui ci aspettiamo che vinca la squadra più forte non sarebbe altrettanto bella se avessimo il 100% di sicurezza di sapere chi vincerà già prima dell’inizio della partita semplicemente valutando quale delle due squadre sia più forte. Per fortuna non è così e di favole calcistiche è pieno il mondo in cui squadre di seconda fascia hanno abbattuto delle squadre piene di campioni. Tutto ciò però non deve certo demoralizzarci e darci delle scuse per non allenarci, ovvero studiare, per diventare sempre più forti, perché è l’unico aspetto del gioco su cui abbiamo potere e che ci permette di massimizzare le nostre probabilità di vincita. Di sicuro quindi ci sono solo la morte e le tasse, tutto il resto sono solo probabilità ed è così che va la vita.

Bene, spero di avervi dato dagli utili spunti di riflessione e di discussione per le prossime litigate tra amici. Per questo articolo è tutto, grazie della lettura e se vi è piaciuta continuate a seguirci anche sui nostri canali FaceBook, Instagram e YouTube per rimanere sempre aggiornati sul nostro lavoro.
A presto. Ciao!

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